giovedì 19 marzo 2020

LA DIFFERENZA

Dicono che la didatticaadistanza sia inclusiva, dicono.
Dicono che questo forzato isolamento sia una specie di livella di Decurtisiana memoria, dicono.
Ditelo alla PiccolaLady, che appare in streaming dal giardino della sua villa sul lago, con il riflesso del sole sulle onde che fa capolino tra le fronde degli alberi secolari.
O ditelo a Brunetta, che si è costruita un paravento con il cartone degli scatoloni, così che i fratelli e i genitori che passano dietro di lei non disturbino la videolezione.
O ditelo a Frangialunga, che al dieci febbraio era già al limite delle assenze consentite per un intero anno scolastico, e se non si faceva vedere in classe, figuratevi su uno schermo.
O, ancora, ditelo a Ailovbasket, che, con una famiglia numerosa, senza insegnante di sostegno e senza educatore domiciliare, in questo momento è completamente sola, e non è in grado di gestire in autonomia tutto ciò che serve per rimanere agganciata, almeno un po', al lavoro della classe.
Però loro dicono. 
Senza sapere, senza conoscere, senza nemmeno fare lo sforzo di immaginare. 
Eppure dicono.

1 commento:

  1. Pur se da (per me fortunata) distanza, anche oggi, quando leggo con che superficialità si considerino situazioni complesse come quelle scolastiche, mi viene un nervoso...

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