Dopo due settimane con un modello di DaD ad orario pieno ma con spazi orari di 45 minuti, posso affermarlo con sicurezza: è ingestibile. In quarantacinque minuti (aspetta che si connettano tutti, fai l'appello, di' due cose, riepiloga la lezione precedente...) io non combino niente, sono troppo pochi per leggere e analizzare insieme qualunque testo più lungo di un sonetto (ho massacrato la povera Ginestra sparpagliandola in non so quante lezioni - Giacomo, perdonami). Ma fosse solo questo: io arrivo a fine mattinata completamente lessa, i ragazzi peggio ancora.
Quindi speravo di poter tornare al modello primaverile (50% delle ore in lezione streaming sincrona, affiancate da materiale da studiare, elaborati, ricerche...), che è stato molto faticoso, ma che credo abbia prodotto anche qualcosa di buono - stamattina l'ormai QuartaSprint mi ha chiesto di ripristinare non solo la Poesia del mattino, ma anche le Istantanee dall'isolamento e il Circolo di lettura preserale.
Speravo.
Perché, sì, mi è stato detto oggi, in un Collegio Docenti di oltre tre ore, puoi anche fare ore in asincrono, basta che ti connetti all'inizio dell'ora per assegnare il lavoro e poi alla fine per controllare che l'abbiano svolto. Segnando le presenze, è chiaro.
Perché il nodo della questione non è l'efficacia della proposta didattica, non è quanto e come imparano gli studenti, ma il controllo sull'operato dei docenti (mio caro Presidemanager, alzi il culo e stia dietro a chi notoriamente non fa una beatissima fava) e sulle presenze degli studenti (perché altrimenti i genitori si lamentano che non fanno nulla).
Ma questa non è scuola, questo è il panopticon.
Però io non ci sto. Non ci sto a umiliare così il mio lavoro e la mia professionalità. Assegnerò dei lavori in asincrono e firmerò il registro, ma senza connettermi né fare l'appello.
Che mi facciano pure un richiamo.
E' ora di insegnare davvero ai miei studenti che cosa significhi disobbedienza civile.