sabato 24 ottobre 2020

ANCORA TU? MA NON DOVEVAMO NON VEDERCI PIU'?

E così, da lunedì si ritorna in DaD.

E stavolta non saranno tre mesi, ma sarà lunga, lunghissima.

Il conto è presto fatto.

I primi risultati della chiusura delle scuole si vedranno tra un paio di settimane, intorno al 7/8 novembre:

  • caso a) non ci sono miglioramenti evidenti, e allora sarà lockdown duro (e cazzi amarissimi) per tutti;
  • caso b) i miglioramenti ci sono... e allora meglio che le scuole stiano chiuse ancora un paio di settimane, diciamo fino all'inizio di dicembre...
  • dicembre: vorrai mica limitare lo shopping natalizio e mandare in rovina i commercianti?
  • gennaio e febbraio: è possibile  (se durante le vacanze natalizie tutto andrà per il meglio) un tentativo di riapertura dopo l'Epifania, ma - siamo seri - sono i mesi del picco influenzale, davvero credete che il sistema sanitario reggerà?
  • marzo: è stato il mese peggiore del 2020, perché nel 2021 il virus dovrebbe essere più amichevole?
Quindi, se ci andrà non bene ma benissimo, ci rivediamo in classe non prima di aprile. A meno che non arrivi SanVaccino a proteggerci tutti. Ora pro nobis.

Ovviamente, sono incazzata, delusa, depressa e mi viene anche un po' (parecchio) da piangere.

Ovviamente, nessuno con un minimo di sale in zucca pensava che si potessero fare i miracoli (raddoppiare il numero dei docenti, raddoppiare gli spazi, raddoppiare i mezzi pubblici) e riparare in sei mesi a vent'anni almeno di sistematico saccheggio della scuola (e della sanità) pubblica.

Ovviamente, nessuno con un minimo di sale in zucca può pensare che ora, in Lombardia e nelle regioni più colpite, non siano necessarie misure emergenziali, alle quali, come cittadina, e pur con la morte nel cuore, non mi sento davvero di oppormi.

Però, però qualcosa si poteva fare, da subito, almeno per rendere la vita più facile alle scuole e limitare la pressione sui trasporti pubblici. Cosa? Queste cose, ad esempio:

  • sfruttare gli Esami di Stato in presenza per effettuare uno screening a campione che, probabilmente, avrebbe offerto qualche dato statistico ed epidemiologico in  più per capire come si propaga il virus in ambiente scolastico;
  • abrogare/mettere in mora la norma sul limite minimo di 27 alunni per la formazione delle classi prime;
  • abrogare/mettere in mora la norma sull'accorpamento delle classi parallele;
  • abrogare/mettere in mora la norma che prevede, per i docenti, la cattedra completa a 18 ore di lezione frontale, ritornando al sistema di "tot cattedre complete ogni X corsi", che consente sia una piena continuità didattica sia di avere un certo numero di ore a disposizione per lo svolgimento delle decine e decine di attività ed esigenze della scuola (sostituzioni docenti assenti, sorveglianze, attività di recupero e potenziamento...);
  • prevedere una sospensiva per tutte le attività non strettamente curricolari: CLIL, PCTO e quell'obbrobrio concettuale e didattico che è la nuova Educazione Civica;
  • evitare la riapertura delle graduatorie, riconfermando i docenti supplenti incaricati nell'a.s. 2019/20, così  da arrivare al 14 settembre con un organico quasi al completo (qualche buco da tappare o qualche rinuncia sarebbe stata comunque prevedibile);
  • ritornare, almeno temporaneamente, al sistema dei (cari, vecchi, ragionevolissimi) bacini d'utenza per le iscrizioni alla classe prima, così da limitare gli spostamenti sul territorio;
  • posticipare almeno alla fine di ottobre la riapertura di tutte le attività sportivo-ricreative nella fascia 0-19 anni, così da valutare prima l'impatto della riapertura delle scuole sulla circolazione del virus, senza aggiungere un altro potenziale moltiplicatore di contagi;
  • precettare gli automezzi del trasporto privato (che, tra l'altro, già paghiamo con i soldi pubblici, perché usufruiscono - giustamente - della CIG) per destinarli esclusivamente al trasporto degli studenti sulle tratte più frequentate (ma sarebbe servito anche uno studio preventivo dei flussi dei pendolari, che nessuno si è sognato di fare, in nessuna parte d'Italia);
  • prevedere l'apertura posticipata di banche, uffici pubblici, negozi non prima delle 10 del mattino (studenti sui mezzi dalle 7 alle 8.30, poi i lavoratori);
  • obbligare le aziende a proseguire, ove possibile, con il lavoro agile e il telelavoro, anziché far rientrare gli impiegati, in massa, negli uffici e nelle aziende (si possono obbligare a stare a casa davanti al pc i 15enni ma non i loro genitori?).
Ecco, credo che mettere in atto almeno qualcuna di queste azioni non sarebbe stata certo la panacea di tutti i mali, e probabilmente non avrebbe evitato o (forse ritardato?) il ricorso alla DaD, ma almeno non avrebbe lasciato noi docenti con la sensazione di essere stati lasciati, sì, comodamente seduti su un banco a rotelle, ma sul bordo del piano inclinato di galileiana memoria.

3 commenti:

  1. Non potrei essere più d'accordo. Anzi, ora che ci penso è la prima lista di provvedimenti sensati legati alla riapertura delle scuole che mi capita di leggere. E certo non è un caso che in tanti si siano sbizzarriti a dipingere la scuola del futuro, classi di dieci alunni, ampi spazi, parchi giochi, mensa a tre stelle Michelin e non so che altro, invece di chiedere un sobrio rinnovo dei contratti precari di quest'anno e classi prime di massimo 25 o 22 alunni - condizioni che avevano una qualche possibilità di venire approvate.
    Forza e coraggio, e non facciamo previsioni 😱😱😱

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  2. Sono talmente d'accordo anche io, come sai, che tutti quelli sulla scuola li ho urlati pubblicamente mettendoci la faccia (e talora anche la tua, citandoti). Sullo sport e lo sw privato, ricondivido. Aggiungo anche la questione delle mascherine obbligatorie, che ha intuppato il tracciamento (perché nel rapporto ISS Covid, che io e poche altre decine di persone, tra cui te, in Italia, abbiamo letto a memoria, si legge per l'appunto, ma va'?, che altra cosa è diagnosticare il rischio qualcuno che è stato con mascherina sempre e qualcuno che è stato con mascherina mai. E, giustamente, per le ATS, i regolamenti di istituto delle scuole valgono come il due di coppe a briscola quando la briscola è bastoni.

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  3. @murasaki: ma infatti, sobrietà e stile!

    @povna: mi sono volutamente astenuta dagli aspetti più propriamente sanitari (vogliamo aprire il dolente capitolo del tracciamento?)

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